CASE IPES: PROPORZIONALE? PROPOSTA IRRICEVIBILE, DAVANTI AL BISOGNO NON ESISTONO PROPORZIONI

Bolzano 01 aprile 2022

Il Consigliere Provinciale Helmut Renzner (SVP) ha chiesto l’applicazione, a Bolzano, del sistema proporzionale per l’assegnazione delle case IPES. Questo, secondo la sua idea, prevederebbe l’applicazione di un criterio che va in direzione opposta al sistema del bisogno in uso a tutt’oggi.

La notizia, su un argomento molto delicato e su un sistema che ha bisogno di guardare a problemi e riforme più impellenti, ha portato ad un confronto all’interno del nostro Consiglio Direttivo che, con decisione, ha scelto di puntare fortemente a schierarsi a favore di parametri che sono alla base di questo sistema, ovvero il bisogno e l’uguaglianza a prescindere da quale lingua si parli.

“La proposta di inserire nella nuova legge di riforma dell’IPES il requisito di appartenenza al gruppo linguistico e della proporzionale per ottenere un alloggio con carattere di precedenza, non è accettabile – hanno dichiarato Luca Crisafulli e Gabriele Repetto. Davanti al bisogno, non esistono proporzioni: siamo tutti uguali. Molte persone non riescono a trovare casa quindi riformare in maniera virtuosa l’Istituto di Edilizia Sociale non può puntare alla proporzionalità”.

A quanto pare, la proposta – aggiungono Crisafulli e Repetto – non trova appigli nemmeno all’interno dello Statuto di Autonomia, considerato che il requisito della proporzionale doveva applicarsi esclusivamente per i ruoli del personale di uffici statali in provincia di Bolzano e non certamente per la distribuzione degli alloggi popolari. “Una seria riforma dell’IPES passa attraverso il riconoscimento dello stato di bisogno anche per chi appartiene al cosiddetto ceto medio, categoria che negli anni ha visto scendere drasticamente il potere di acquisto dei propri redditi e che spesso non è in grado di prendere in locazione o acquistare casa sul libero mercato. L’acquisto in leasing della casa, poi, potrebbe essere un ottimo sistema per acquistare casa pagando un canone mensile a valere come acconto sul prezzo finale”.

Un’altra importante falla del sistema è la veridicità dell’appartenenza ad un gruppo linguistico: “un problema serio è quello degli stranieri, che compongono un’importante fetta della popolazione e che, secondo i parametri di composizione dei punteggi sono sempre avvantaggiati (per numero di figli e reddito ad esempio) – dichiara Mirche Hristov – per cui c’è la necessità di una verifica della conoscenza della lingua”. In sostanza non può bastare un semplice certificato, una mera auto dichiarazione modificabile nel tempo in tribunale a seconda degli interessi personali del momento.

Sull’argomento è intervenuto anche Davide Tondo: “sono anni che le cooperative portano avanti l’idea del casa-leasing. In questo contesto i soci pagano un affitto con diritto di riscatto per un determinato numero di anni. Mentre in tutta Italia è possibile avere terreni agevolati per questo scopo, in Alto Adige la legge provinciale non lo permette”.

Enrico Lillo ha invece sollevato un problema pratico che esiste, di fatto, all’interno di tanti condomini IPES dove una parte delle case sono state vendute ed altre sono ancora proprietà della Provincia: “Se i proprietari sono in maggioranza in millesimi hanno la facoltà di decidere se bloccare una ristrutturazione. Spesso succede anche che l’IPES inserisce famiglie problematiche in condomini dove ci sono molti proprietari e anche questo contribuisce a far esasperare gli animi”.

Rimane in ogni caso il problema delle poche aree disponibili, che sarebbe il primo problema da risolvere. E in secondo luogo trovare un sistema per evitare che interi condomini privati rimangano vuoti per anni e anni, pur di non calare sui prezzi.

Sempre prezioso, infine, il contributo tecnico di Claudio Della Ratta: “La proprietà dell’abitazione in cui si vive (elevata in Italia, così come in Alto Adige) pari a circa il 72% dovrebbe mitigare il fenomeno, ma non è così perché il restante 28% è numericamente significativo.

Andrebbe fatta un’analisi sul tema, ma è anche vero che se si scorre la graduatoria di coloro che sono inseriti come comunitari, ci accorgiamo che molti erano extracomunitari e comunitari lo sono diventati nel tempo, pertanto seppur tutto legittimo e corretto, non è proprio vero che “solo” il 12 % è riservato ad extracomunitari. Servirebbero anche più case popolari, a Bolzano sono circa 6500”.

Attorno all’edilizia sociale, insomma, non si alzino bandiere ma ci si preoccupi di risolvere sul serio l’emergenza abitativa che attanaglia questa Provincia, specialmente nei più grandi centri urbani. Il Fenomeno è complesso ed andrebbe analizzata ogni sfaccettatura. Il bisogno è il punto di riferimento per le assegnazioni, ma non dovrebbe essere il solo, proprio per la carenza delle abitazioni in argomento, che non soddisfa la domanda.

Ufficio Stampa
La Civica per Bolzano – Oltre Weiter

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